Il peccato dell’Occidente? Aver dimenticato che l’uomo è un animale pericoloso che risolve i problemi con la violenza, mettendo in atto la legge del più forte. La guerra fa parte della nostra natura selvaggia, chi dice il contrario sta mentendo
Davvero la guerra è una condizione normale?
«Assolutamente. La guerra in Ucraina è una costante che fa parte della storia dell’umanità ma a furia di non leggere libri e non comprare più giornali, stiamo perdendo la capacità di interpretare il presente alla luce del passato. E sa cosa succede non leggendo più? Diventiamo orfani culturali e così facendo arrivano Putin, Trump e gli ayatollah».
Cosa significa per lei, la guerra?
«L’uomo è un figlio di puttana molto pericoloso. Avevo 22 anni la prima volta che sono stato al fronte, la guerra è stata una scuoladi lucidità fondamentale perché combattendo l’uomo dimostra la sua natura».
Ma oggi qual è la più grande minaccia?
«I nazionalismi e i fanatismi religiosi, senza dubbio. L’odio dei fanatici è il veleno mortale da cui dobbiamo guardarci, quel pericoloso miscuglio fra dogma e autoritarismo. E temo che anche da questo punto di vista, l’umanità non abbia imparato proprio nulla».
Ma in questo contesto mondiale, la letteratura ha un valore o è solo un mezzo di conforto?
«Non scherziamo, la letteratura è fondamentale. È un analgesico contro il dolore. Certo, non può cancellarlo ma ci aiuta capirlo. I libri sono necessari anche perché ci permettono di abbracciare la sofferenza, e superarla».
E che destino attende i libri?
«I libri scompariranno. Ma avremo sempre bisogno di storie da raccontarci come quando eravamo seduti attorno ad un fuoco, solo che adesso è il turno delle serie tv e dei videogame. Però i grandi libri non moriranno mai».
[L’uomo è fatto per la guerra, intervista di Francesco Musolino allo scrittore Arturo Pérez-Reverte, La Stampa del 18 marzo 2024]